Dopo le ultime pesanti perturbazioni di queste ore, nonostante giornate ancora non fredde, siamo ormai prossimi a quella parte dell’autunno che ci fa scivolare verso l’inverno. Certo, si esce sempre in barca, chi per i Campionati Invernali, chi per diletto o all’inseguimento di delfini e balenottere. Magari ci si dorme un po’ meno in barca, vista l’umidità crescente che agguanta già le cuccette e entra nelle ossa.
Rimettendo in ordine scarabocchi, foto, video, pezzi da riparare e soprattutto ricordi, mi sono appuntato una serie di considerazioni, legate alla crociera di questa estate, di cui qui sotto potete vedere una bella sintesi video.
Abbiamo coperto più di 300 miglia, toccando e girando tre isole (Ponza, Palmarola, Ventotene), incontrando stenelle a decine, tra Ventotene e Terracina, riempendo sacchi di rifiuti maledettamente abbandonati a galleggiare in mare, affrontando quattro temporali (due a Ponza, uno a Terracina e uno con tromba d’aria davanti a Torvaianica).
Abbiamo ormeggiato in rade, come di solito facciamo, e in porti, che amiamo meno, anche per via delle trappe che sembrano serpenti viscidi in grado di rilasciare fanghi velenosi e irritanti come se li sputassero contro i marinai…
Ecco alcune delle considerazioni che ho appuntato sui miei quaderni.
Punto 1 – Il Meteor è una grande barca! Ericus (Ricus) Gerhardus van de Stadt (1910–1999) è stato un genio. Disegnare nel 1968 un mini cabinato di soli 6 metri LFT, creando una barca dalla grande capacità marine nonostante murate basse, resa stabile da un importante bulbo di 270kg e una pala del timone che è lunga quanto un’autostrada, è una di quelle magie che rimangono nella storia delle imbarcazioni. Non a caso quest’anno, a 50 anni dal primo modello, le regate di questo monotipo sono sempre affollatissime, come anche nella recente Barcolana, 50.a Edizione, dove hanno partecipato più di 200 Meteor. Il Segretario della Assometeor, il mitico Mario Forgione del Club Velico Castiglionese, è giunto terzo assoluto con il suo equipaggio (Gabriella Matteucci, Margherita Suppici, Sara Barbiero) sul Meteor “Ricomincio da Te“. Ecco, sapere che Perla Nera, quando ancora non si chiamava così, come racconto nell’ebook “Sei per due – La vela possibile”, è stata timonata da Mario è per me e per Perla un grande motivo d’orgoglio. Spero solo, caro Mario, che tu sia orgoglioso di come la Prodiera e io ci prendiamo cura di lei, portandola a spasso nei mari.
Una grande barca dunque: ha superato temporali con raffiche di trenta nodi e onde di oltre un metro e mezzo. Corre veloce, sapendo regolare bene le vele. Trova posto in porto e in rada dove le barche più grandi faticano e sgomitano. Con il tempo l’abbiamo resa confortevole e accessoriata per quello che veramente serve, senza fronzoli, ma con comodità e sfizi, dall’amaca, all’acqua calda, dalle cuccette a ‘V’, al posto per la chitarra.
Con un gioiello come il Meteor e come, sono sicuro, tante altre “piccole”, la vela e il mare diventano godibilissimi.
Punto 2 – Le stagioni non sono più le stesse… Quest’estate è stata particolarmente complessa e bizzosa. Ricordo di nubifragi già a luglio, ma questo agosto, dalla metà in poi, è stato un crescendo sinfonico di temporali, mareggiate, trombe d’aria e grandinate. Ergo, i vari siti di previsioni meteo sono impazziti, dando previsioni spesso in contrasto tra di loro. Indubbiamente il clima è cambiato, le temperature si sono innalzate, generando una situazione di maggiori energie in campo, da cui i fenomeni più violenti ai quali non eravamo abituati alle nostre latitudini. Questi cambiamenti hano in parte reso vane le basi dati raccolte in anni e anni di eventi meteo, sui quali i modelli si basano. Ecco quindi che torna a essere fondamentale la capacità di effettuare previsioni locali, osservando il cielo, leggendo a intervelli regolari pressione, temperatura e umidità, tenendo d’occhio le variazioni del vento, in termini di provenienza e intensità. Vengono bene gli studi sui tanti libri di meteorologia, di cui cito alcuni in titoli nella “biblioteca” di Perla Nera. Meglio capire da soli e per tempo se qualcosa sta cambiando, senza aspettare che ce lo dica una qualche APP!
Punto 3 – Agosto, Ponza mia non ti conosco Nonostante le piccole dimensioni di Perla Nera, agosto è il periodo meno indicato per le Pontine. Impossibile trovare spazi nei porti di Ventotene e Ponza, file interminabili per il rifornimento, musica alta fino a tardi al Frontone e a Chiaia di Luna. In più il rischio crolli delle pareti rocciose dell’isola ha praticamente posto sotto interdizione quasi tutte le spiagge e le cale. Corre l’obbligo di una prova d’appello fuori stagione, dove sono certo che queste isole possano donare tutt’altro aspetto e accoglienza.
Punto 4 – la Prodiera merita la promozione – La ragazza, ex windsurfer, quest’anno ha fatto grandi progressi. Le ho dato sempre più spazio in qualsiasi ruolo, dal timone al carteggio, dal tailer alla prodiera che cambia vele in gran velocità e ormai è in grado di condurre Perla Nera in autonomia, anche con vento fresco. E’ cauta al punto di suggerire lei quando prendere una mano di terzaroli o agonista quando vuole azzardare un’alzata di spi. Sa sempre cosa c’è in cambusa e quello che c’è da vedere in ogni porto o posto che tocchiamo. Ovviamente mantiene i soliti difetti: dorme più di un ghiro americano incimurrito e sugli ormeggi in rada riesce a farmi cambiare posto sei volte per poi tornare alla prima calata d’ancora. E soprattutto, mi sopporta.
Conclusioni
Con le piccole si va ovunque, con altrettanto piacere e con un quarto della spesa. La vela possibile, la vela sostenibile è anche questo. Moitessier sosteneva in “Vela, mari lontani, isole e lagune“:
“Evitare di complicarsi inutilmente l’esistenza. Priorità assoluta all’essenziale. Lasciare risolutamente da parte il superfluo. Non esitare un secondo nella scelta tra il semplice e il complicato: il complicato si rivelerà quasi sempre fonte di difficoltà immediate o future, spese inutili, perdita di tempo prezioso e spreco di energie”
e una piccola barca, adeguatamente attrezzata, è perfetta in tal senso.
Serve poi un equipaggio preparato, e come racconto nell’ebook, per saper andare davvero servono anni di regate, anni di studio che non finiscono mai, anni di miglia sotto la chiglia (gioco di parole voluto).
Infine, sia per il meteo ballerino soprattutto da metà agosto in poi, sia per il caos dell’affollamento, è il caso di provare ad anticipare il periodo, godendo anche del vantaggio delle giornate più lunghe, tipiche di luglio se non addirittura giugno.
Detto questo si disegnano nuove rotte per la prossima estate, sempre più ardite!
BV, Marinai!