Premessa
Il Meteor nasce come daily – cruiser nel 1968, dalla saggia matita dell’architetto Van De Stadt. Ha avuto una ruolo importante nella esperienza nautica di tanti di noi e ha ancora una vita attivissima grazie alla tante flotte della associazione degli armatori di questo gioiello, l’Assometeor. Molto marina, veloce pur essendo piccola, non nasce con un suo impianto elettrico. Vediamo quindi come abbiamo affrontato il bisogno di energia a bordo su Perla Nera, raccontando gli aspetti tecnici e non solo.
Energia per cosa?
Proviamo a fare un discorso più ampio sulla necessità di energia a bordo di un guscio di noce come Perla, che, lo ricordo, è un 6m lft con un baglio massimo di 2,13m. Dunque, la lavatrice non mi piace, la Jacuzzi ce l’ho nel pozzetto (basta chiudere l’ombrinale e si ha la vasca…), la TV è inutile, vista la qualità dei programmi, il PC è sostituito dagli smartphone, ho la barba lunga quindi non mi rado con il rasoio elettrico, l’ascensore tra un ponte e l’altro l’ho smontato per le regate e quindi? Quale è il fabbisogno di energia?
Questa è una domanda fondamentale che bisogna porsi, cioè calcolare l’assorbimento in Ah degli apparati che possono essere attivi (cioè accesi e “richiedenti” corrente) nello stesso momento e per quanto tempo. Esempio: luci interne, luci di via, apparati, VHF, cellulare in ricarica. La somma dell’energia richiesta dà anche il dimensionamento del pacco batterie, e di conseguenza anche del calibro dei cavi, che è direttamente proporzionale alla lunghezza del cavo stesso e all’amperaggio atteso. In rete si trovano degli ottimi articoli sul corretto diametro dei cavi o su come calcolare i consumi elettrici. Ovviamente tutto va mediato con il proprio stile di vita (voglio a bordo il prosecco gelato, ho bisogno di conoscere l’intensità del vento apparente…), la propria capacità di adattamento (la birra può essere fresca e non per forza ghiacciata…) e con il salvare la propria vita dopo che alla Prodiera si getta di nascosto il phon per i capelli… (si scherza… riccia come è, non usa il phon).
I fabbisogni energetici di Perla Nera
Chi ci segue sa che andiamo su e giù per il Tirreno, navigando in (quasi) tutte le condizioni e in tutte le ore. Proviamo qui di seguito ad analizzare le necessità di ciò che richiede energia a bordo.
Luci di via
Su una barca di lunghezza inferiore ai 7m le luci di via non sono obbligatorie, ma deve essere a disposizione una torcia per rendere il natante visibile, illuminando la vela o segnalando la propria presenza quando necessario (es. a un incrocio con altra imbarcazione). Noi abbiamo comunque scelto di mettere le luci di via sul pulpito di prua (rossa per la murata di sinistra, verde per quella di dritta) e la luce a poppa (coronamento, bianca). Per evitare cablature, che quindi imporrebbero fori in coperta e cavi adatti (es. quelli in rame prestagnato), abbiamo scelto, seguendo anche i consigli del grande Bernard Moitessier, di usare le luci di via asportabili, che sono dotate di proprie batterie, sono stagne e già con i colori giusti (rosso, verde, bianco). In questo modo non abbiamo cavi, né incidiamo sulla carica delle batterie centrali. Il consumo è minimo e di solito le batterie, che togliamo a fine stagione dalle lampade, ci durano un paio di stagioni. Ultimamente abbiamo preso un nuovo modello della Osculati, più visibili e con la corretta mascheratura del fascio di luce già sulla “torcetta”. Sono ottime.
Il Codice di Navigazione prevede che una barca a vela in navigazione notturna (diciamo in realtà dal crepuscolo all’alba) debba avere le luci di cui sopra accese. Se procede a motore, deve avere una luce bianca visibile a 360°. Sempre per il solito motivo di praticità, non abbiamo messo una luce in testa d’albero. Questa potrebbe avere sia la funzione di propulsione a motore, sia quella di luce di fonda. La calata del cavo in un albero abbattibile come quello del meteor comporta anche lì un cavo e il foro in coperta, per cui preferiamo usare una spettacolare lampada a LED della linea Solvinden di IKEA che ha un suo pannello solare interno e si accende in automatico al crepuscolo. La usiamo attaccata sul paterazzo, sia come luce bianca in caso di propulsione a motore sia alla fonda. La lampada è impermeabile, IP44, ma, provata sul campo, consiglio di tenerla dritta quando appesa, perché se capovolta, l’acqua della pioggia può infiltrarsi dalle viti sul fondo, danneggiando le componenti elettroniche.
Luci di cabina, pozzetto e bussola
Come sapete la cabina di un meteor è grande poco più di un campo di calcio (!!!), quindi l’uso di lampade a LED Decathlon o IKEA è estremamente comodo e funzionale. Il colore bianco degli interni, da noi trattati con vernice ecologica, rendono più luminoso l’ambiente, per cui di solito usiamo una lampada accanto al tambuccio e una a prua, per leggere quando siamo in cuccetta o per trovare gli occhiali, che solitamente una volta tolti non li ritrovi mai…
Nel pozzetto usiamo la Solvinden di cui dicevamo e, se ceniamo fuori, spostiamo una delle lampade interne per illuminare meglio le leccornie preparate dalla Prodiera. Queste lampade hanno le proprie batterie, il che rende semplice il tutto, senza dover cablare nulla.
La bussola ha una sua batteria da 12V, di quelle da telecomando. In navigazione notturna l’accendiamo solo quando dobbiamo controllare la rotta, e non appena rileviamo una luce guida (faro, mede, centri abitati) di dove ci stiamo dirigendo, la spegniamo del tutto, preservando la batteria stessa.
Altre luci e servizi
Lo scorso anno abbiamo acquistato su Amazon una torcia sub al led potentissima e assolutamente compatta. Un acquisto che consiglio perché eroga una grande luce che in fase di atterraggio, anche grazie ai “distratti” che non accendono le proprie luci di fonda, è vitale per evitare brutte sorprese. Illumina una bella porzione di orizzonte e arriva ben lontano. Si ricarica via USB e per questo, quando segnala la necessità di ricarica, la attacchiamo alla centralina e in poco tempo torna alla massima potenza.
La Prodiera e io amiamo molto la musica, soprattutto il rock. Quindi solitamente abbiamo la radio sintonizzata su Virgin Radio, fino a dove c’è segnale, o sulla prima emittente che manda bella musica. Abbiamo acquistato un’ottimo prodotto che permette anche di svolgere la funzione di altoparlante via bluetooth con il cellulare, sulla quale abbiamo le nostre compilation di brani preferiti, o di prendere in pasto una SD card, di cui può eseguire brani MP3. Anche questa radio si ricarica via USB. Di solito, se sempre accesa, dura circa una giornata e si ricarica in poco tempo. Anche questo acquistato su Amazon. Il fatto che sia portatile ha il grande vantaggio che la puoi portare in pozzetto, a prua, in cabina, in una passeggiata a terra nello zaino.
Il VHF marino è un modello palmare A2E NAVY-01, che ha un suo pacco batterie ricaricabile, via presa accendisigari da 12V, o un pacco con 6 batterie da 1,5V. Usiamo il VHF in ascolto sul canale 16 in navigazione e, in caso di necessità di entrata in porto, sui canali di servizio per chiedere libero accesso. Questo uso lo tiene abbastanza carico, anche se ovviamente dopo qualche giorno ha bisogno di essere rivitalizzato. Stiamo pensando di passare a un apparecchio fisso con DSC, con antenna in testa d’albero o comunque antenna stilo da 1,5m. Vediamo.
La GoPro HERO+ la teniamo in carica sempre via USB, attraverso la centralina e la usiamo per le riprese a bordo (più spesso usiamo i cellulari) e, ovviamente, quelle subacquee.
Strumentazione di bordo
Grande ruolo hanno i nostri smartphone. Con loro abbiamo tutte le funzioni che nel tempo abbiamo selezionato e che utilizziamo in ausilio alla navigazione. Teniamo gli smartphone in carica grazie alla centralina e alle sue prese USB. La Prodiera ha un SAMSUNG che ha anche un’ottima lente per le foto, io un robusto ASUS ZenFone 3, che pecca invece sulla componente fotografica ma è veloce e affidabile.
Le app che abbiamo sono di una serie di famiglie di servizi:
- Meteo – LAMMA, Meteo Consult Marine, ilMeteo, Windy, 3BMeteo, Windfinder e Bolletino METEOMAR della Aeronautica Militare
- Navigazione – Carte Navionics, Wind Calculator (ottimo per prevedere l’angolo rispetto al vento su una determinata rotta), Pagine Azzurre, Ordinanze Guardia Costiera, Carte sinottiche Meteo
- Altre app – Golden Hour (effemeridi orari del sole), Ship Info, Google Earth (comodissimo per vedere in anticipo una rada non conosciuta), Daff Luna (fasi lunari), Anchor Lite (allarme ancora)
Il GPS è un GARMIN 72 che usiamo solitamente sulle lunghe navigazioni, con un doppio riscontro con il Navionics, confrontando ETA e velocità. Il Garmin ha batterie stilo oppure un particolare cavo che può essere attaccato alla presa accendisigari della centralina e opera tranquillamente alimentato dalle batterie della barca. Usiamo il GPS anche per controllare l’effetto della regolazione delle vele sulla velocità della barca.
Come anemometro usiamo un modello portatile, che ha la sua batteria a “bottone” e quindi non incide sulle batterie della barca. Sono poi dell’idea che sapere la velocità del vento serva solo nei racconti in osteria, perché in fondo è una informazione inutile. A parte che l’occhio sa dirti se si hanno meno di 10 nodi, più di 10 (ochette ben visibili), sui 20 (onde formate e molte ochette) o sui 30 (schiuma diffusa, onde serie e imprecazioni…), la vera intensità del vento la si intuisce dalla risposta della barca e dal suo equilibrio, quindi dalla necessità di ridurre o aumentare le vele. Di solito uso l’anemometro per curiosità, quando siamo all’ancora aspettando che passino le perturbazioni e il vento catabatico morde rabbioso. Tanto poi noi marinai aumentiamo l’intensità del vento almeno del 20%, come i pescatori la grandezza del pesce pescato…
Pilota automatico
Per scelta non mettiamo il pilota automatico. Il ragionamento che abbiamo fatto è dettato dalla sicurezza in primis. Avere il pilota può indurre in distrazioni, per troppa fiducia nello stesso e abbassamento dei livelli di guardia. Tantissimi sono gli incidenti, anche molto gravi, scaturiti dalla non presenza in pozzetto da parte di qualcuno al turno di guardia per via della delega al pilota automatico. Se quindi è giusto essere di guardia, a quel punto meglio fare i turni al timone, visto che la Prodiera è diventata bravissima anche al timone e che insieme copriamo tranquillamente tratte ben oltre le 50miglia anche in notturna dandoci il cambio. L’altro aspetto è che il pilota automatico aiuta in condizioni “facili”, non con mare formato che impone correzioni continue, né con onda di poppa, quando c’è da anticipare l’onda stessa per evitare che la barca si intraversi. Last but not least, ciò che non c’è non si rompe. Un pensiero in meno e un consumo in meno. Quando serve andiamo a caffè… e come piloti automatici andiamo avanti per ore e ore!
ps.: quando proprio vogliamo provare, regoliamo le vele, soprattutto di bolina larga e condizioni tranquille e con delle cime sulla barra del timone. Devo dire che funziona più che bene.
Pannelli, batterie e centralina
Il motore di Perla Nera è una Selva 4T 4HP, senza alternatore, né abbiamo una pala eolica. Quindi a bordo l’energia la raccogliamo con i pannelli solari, che, attraverso un regolatore, tengono in carica le batterie, hanno gli attacchi USB per i device ricaricabili attraverso quel tipo di connettore e i poli positivo/negativo per ulteriori utenze.
Lo scorso anno avevamo ancora una sola batteria da 24Ah, un pannello da 20W e un regolatore molto semplice. Per scelta, avevamo messo batteria, regolatore e attacchi USB in una scatola di legno presa da Leroy Merlin, che avevo modificato affinché diventasse un pannello elettrico sul quale mettere in carica gli apparati e gestire, con una serie di interruttori, accensioni e spegnimenti. Il pannello si attestava attraverso una presa alla centralina e lo posizionavamo in pozzetto, sopra al gavone di poppa.
La parte frontale della scatola di legno aveva un voltmetro, interruttori per staccare/attaccare batteria, prese USB e presa Accendisigari. Il vantaggio di questa soluzione era quello di poter portare via tutto, dato che avevo dotato la scatola di legno di cinte per il trasporto e veniva posizionata a pruavia del piantone che è in cabina, sopra al pagliolato, offrendo anche un’ottima base di appoggio per i materassi delle cuccette a ‘V’, che usiamo come letto matrimoniale. La scomodità era che in quella posizione, gli attacchi non erano raggiungibili in modo comodo, perché bassi e dietro il piantone. Anche la lettura dei led del regolatore risultava scomoda. Però tutto funzionava bene. Il punto debole era che avevamo una sola batteria che, se scendeva di carica, non avevamo situazioni di backup, così ci era accaduto a Ponza, lo scorso anno, a causa di più giorni di nuvolo e quindi di minor carica. Una sola batteria aveva mostrato i suoi limiti.
La scorsa stagione siamo quindi passati a due batterie, o meglio, a un doppio impianto: due pannelli (uno in pozzetto, uno a prua sul passoduomo). In questo caso abbiamo sfruttato i due nuovi stipetti da noi disegnati e realizzati in multistrato, o meglio, uno di loro, così da contenere i regolatori, gli interruttori, i fusibili, le prese USB e quelle 12V ‘accendisigari’. Quando non ci sono device in carica, lo stipetto può essere chiuso, e la centralina rimane discreta. In questo modo le ricariche sono garantite, avendo due batterie (la nuova è da 26Ah), due pannelli entrambi da 20W e due regolatori più moderni, con display con molte funzioni (stato batteria, tensione da pannello, assorbimento).
Le batterie sono posizionate sotto il pozzetto, in una cassetta di legno che le tiene ben serrate. I cavi tra batteria e centralina, nonché quelli tra pannelli e centralina sono al momento esterni, sempre per evitare fori in coperta e per posizionare rapidamente i pannelli alla migliore esposizione.
Il doppio impianto ha funzionato perfettamente, garantendo un doppio vantaggio: avere due sistemi autonomi e operativi in grado di ripartirsi i carichi e permettere in caso di rottura / malfunzionamento di una delle componenti (pannello, batteria, centralina) di avere un sistema di backup.
Volendo migliorare il tutto, passerei a batterie un poco più potenti (32Ah x 2) e pannelli da 30W circa.
Su un guscio di 6m per ora va benissimo così!
Buon Vento, pirati del bricolage!