Un Meteor in Corsica – Cap. 8 (Capitolo finale)

Il Giglio è sempre il Giglio.

Ogni volta che ancoriamo alle Cannelle o al Campese riconosciamo gli odori, incontriamo i volti, ripercorriamo i sassi della nostra “isola che non c’è”, che invece c’è e in tutta la sua bellezza. Piccola al punto giusto, con tre identità ben distinte, Porto, Campese e Castello, le prime due marine, l’ultima un presepe di vicoli in pietra, battuti dal vento e con vista mozzafiato del Tirreno, da Civitavecchia all’Elba e alla Corsica, goduta dalle sue alte mura poste su un alto colle.

Acqua cristallina, pesci che si avvicinano già a pochi metri di profondità.

Isola generosa, fatta di gente pronta ad aiutare come è stato per il dramma della Concordia, ma  anche come è stato per il nostro piccolo natante con il motore in panne o quando ci hanno dato riparo in porto quando fuori il mare era veramente formato, come raccontato nel libro “Sei per due, la vela possibile”.

Il Giglio è stata, tanti anni fa, la prima isola “conquistata” con Perla Nera. Conosciamo tante persone, oramai e loro conoscono noi: Laura, la ragazza del ferramenta, Roberto l’ormeggiatore (che non fa più l’ormeggiatore), gli amici della Pizzeria Giglio, al Castello. Spesso ci chiamano  “Ecco quelli della barchina!” e per noi è una carezza essere riconosciuti in quel modo.

Il ritorno dall’Elba ci aveva fatto atterrare al Campese, ma sapendo che era in arrivo il Maestrale, sapevamo che quel “seno” non avrebbe offerto l’ormeggio migliore il giorno dopo. Quindi ci saremmo dovuti poi spostare.

Per cui al risveglio, dopo l’amico caffelatte preparato sul nostro fornellino e i santi biscotti che mai mancano,

ci siamo mossi per scapolare Punta del Fenaio, estremità nord dell’isola, puntando verso il porto, gioiello di colori delle casine affacciate sul lungoporto, proseguendo poi verso sud, a Cala Smeraldo.

Cala Smeraldo è un piccolo angolo di paradiso. A sud del porto è molto ben ridossata dal Maestrale, ma soffre lo Scirocco e il Levante. D’estate, durante la brezza notturna da terra, la notte si ballicchia un po’, sopratutto poco prima dell’alba, dato che l’aria dalla costa arriva nella baia, portandosi dietro un po’ d’onda, ma per il resto è il nostro nascondiglio. Con Perla Nera riusciamo, grazie al pescaggio minimo, ad ancorare ben vicino alla zona del viottolo del CAI, attrezzato con le scalette (v. foto sopra), che in dieci minuti di camminata sali-scendi ci porta a Giglio Porto, fornita di tutto: panettiere, piccolo supermarket, ferramenta, macellaio e dei bar da colazione al porto che di sera si animano per l’aperitivo, lo struscio e il post cena. Ci godiamo l’aperitivo e una splendida cena presso il ristorante “Da Ruggero”, ottimo e accogliente.

Le previsioni davano rinforzo di Maestrale con una rotazione a Scirocco nei giorni a venire. E le ferie erano agli sgoccioli…

Questa è la vera arte del navigare: il saper anticipare gli spostamenti in funzione di due grandi variabili che hanno lo stesso nome, TEMPO. E’ il tempo che decide cosa farai. Da una parte il TEMPO METEOROLOGICO (TM), l’altra il tuo TEMPO A DISPOZIONE (TD) per la navigazione, che è come un sacchetto di sabbia che porti legato alla cintola e che ogni giorno lascia scivolare via i suoi granelli. L’equazione è semplice: hai tanto TD, l’effetto di TM può non essere rilevante, tanto puoi aspettare… Hai poco TD? Il TM comanda ancor di più e se sei saggio, anticipi i suoi dispetti, portandoti al sicuro in anticipo, a costo di accorciare le rotte pianificate o non toccare tutte le mete prefissate.

Fortunato chi ha tanto TD… può arrivare ovunque, anche con una piccola barca. E’ lì la differenza sostanziale. L’attesa è parte della navigazione.

Ecco, ci trovavamo in una di quelle situazioni. Un mio carissimo amico, una di quelle persone dalle quali impari tanto e con la quale avevo lavorato per tre anni quando, ragazzo, già ero nel mondo dell’informatica, ci aveva invitati a Santo Stefano, il paese sul versante NE dell’Argentario, magico promontorio che osserva Giglio e Giannutri. Rino era stato in Marina Militare all’Accademia di Livorno, e con la sua flemma adatta più a un ufficiale della Royal Navy, anche perché dotato di un sottile e spassosissimo humour, mi aveva passato tante nozioni sulla navigazione e sulla vela, consigliandomi un  testo in inglese Hand Reef and Steer di Richard Hendersen, un bellissimo lavoro che impone anche l’apprendimento dei vocaboli marinari in inglese, il che non è male. Se fossimo andati da Rino, sostando a Santo Stefano, il giorno dopo avremmo avuto Scirocco e quindi la discesa verso il porto di casa, Santa Marinella, sarebbe stata faticosa. 40 miglia di bolina. Ne abbiamo fatte più volte di tratte così e abbiamo imparato che, a meno che non ci sia una situazione impellente (regata o necessità), è meglio evitarle, perché la barca è sotto stress per molte ore e l’equipaggio anche.

Chiamo Rino e con tristezza lo avviso che è più saggio per noi tirare dritti, direttamente verso Santa Marinella. Con rammarico ci salutiamo dandoci appuntamento alla successiva occasione.

Salpiamo quindi da Cala Smeraldo, puntando a SE, verso casa. Abbiamo il Maestrale al lasco, si va bene, con la tristezza di sapere che il nostro sacchetto di granelli di sabbia sta seminando le ultimi ore di TD, tempo a disposizione.

Vediamo sfilare a sinistra l’Argentario e a dritta Giannutri.

Il mare monta, ma Perla Nera al lasco è stabile e vola sui 5 nodi, 5,5, tocca più volte i 6 nodi. Si corre, ma non ne siamo felici. Si corre come corrono via i granelli di sabbia del TD, il tempo a disposizone. E’ l’ultima settimana di agosto, ma le previsioni danno tanti giorni di Scirocco in arrivo. Scirocco, sempre lui. Nella strana situazione dei porti italiani, ammucchiati, come intorno a Roma (Porto di Roma, Fiumara, Fiumicino) o inesistenti come da Civitavecchia a porto Ercole (30 miglia di costa senza ridosso alcuno), siamo nella situazione di non avere ridossi a portata di ormeggio. Quindi dobbiamo sfruttare il TM, tempo meteorologico, dato che il TD, tempo a disposizione, è scappato dalla sacchetta. E via di Maestrale!

Arriviamo a Santa Marinella, la sera, godendoci l’ultimo tramonto delle vacanze. Per questa estate i granelli sono finiti.

Ma continuiamo a veleggiare con il cuore, come sempre.

Conclusioni

Quest’anno abbiamo portato Perla Nera oltre quello che potevamo immaginare, scoprendo che una ‘piccola’ può in fondo arrivare ovunque. Prendendo la bandiera belga, e quindi rispettando le norme di quel registro navale, non abbiamo l’obbligo della zattera che non entrerebbe in barca e quindi il ‘muro’ delle 6 miglia dalla costa lo abbiamo abbattuto, come pure quello dei confini nazionali. Siamo arrivati con un guscio di noce di 6m, il mitico e marino Meteor,  a toccare in poco meno di un mese promontori, isole, doppiare due volte Capo Corso, giocare a rimpiattino con le sventagliate di Maestrale e di Scirocco (sempre loro!), lasciarsi accarezzare dalle sabbie candide di Saleccia o dai profumi del Parco di Agriates, sentirci abbracciati dai luoghi conosciuti, come l’Elba, il Giglio, la stessa Santa Marinella, casa di Perla Nera e dei suoi delfini. Abbiamo veleggiato per più di 400 miglia, che per un barchino non è poco. Abbiamo baciato uno scoglio, affrontato la giraglia con 20 nodi, lo strallo ci ha abbandonato, ma non ci hanno abbandonato la grinta e la capacità di affrontare gli imprevisti.

Abbiamo la sorridente consapevolezza che con le piccole si possa arrivare ovunque, tanto di più se si ha la sacchetta di sabbia piena di granelli di TD. Più tempo si ha, più lontano si arriva. E si torna. Potendo aspettare quando c’è da aspettare, o veleggiare quando il TM è benevolo. E con una piccola si spende solo per il mangiare, praticamente e 60 euro per il carburante per un mese di vagabondare.

Stiamo progettando le prossime tappe, già immaginate nei nostri cuori e tracciate sulle carte piene di appunti e segni rossi di posti da non mancare.

Ma quali sono per ora è un segreto.

Un abbraccio a tutti e sempre BV.

Barbara e Davide + Perla Nera, la ribelle

(Fine)

Post Scriptum

Sono successe tante cose prima che trovassi il tempo e l’energia per scrivere questo ultimo capitolo. Me ne scuso con chi ci segue e che ringrazio per la pazienza e la fiducia.

Al ritorno alla vita normale, anche se i weekend siamo in barca in tutte le stagioni, abbiamo avuto una serie di eventi professionali e non, tutti molto impegnativi.

Perla, all’inizio di novembre, è stata coinvolta nella carambola causata in porto dalla tromba d’aria dell’08/11/2019, a Santa Marinella.

Perla Nera non ha praticamente avuto danni ma per per quasi un mese non abbiamo potuto avvicinare la barca in attesa delle perizie, affrontando anche faticose contrattazioni per tirare su le barche una volta che erano state ‘sdoganate’.

Ora Perla è disalberata, perché stiamo sostituendo il sartiame, mettendo strallo e sartie alte in Dyform da 4mm (stesso calibro ma tenuta superiore), arridatoi Blue Wave sovradimensionati, sartie basse e paterazzo standard 4mm in  spiroidale da 1x 19. Perla Nera naviga in tutte le condizioni e in altura: è bene quindi rinforzare le attrezzature.

Ora poi il dramma del COVID-19 ci ha preso in contropiede, impedendoci di proseguire i lavori. Non possiamo raggiungere Perla, perché è in un altro comune rispetto a dove viviamo, noi romani de Roma. Ma è niente, rispetto al dramma che il Paese sta vivendo.

Ringraziamo, abbracciandoli virtualmente, i veri eroi di questo momento, quelli  che non devono fare i conti con il TM o il TD ma con il tempo per salvare il prossimo, gli angeli della vita: medici, infermieri, portantini, Protezione Civile, Forze dell’Ordine e Pompieri, autisti che comunque portano materiali e riempiono i nostri supermercati.

Il nostro dovere, noi che sappiamo cosa vuole dire aspettare e affrontare le tempeste,  è restare a casa, senza se e senza ma. Uscire il meno possibile e seguendo tutte le cautele come distanza di minimo un metro dagli altri, mascherina, guanti e rispetto delle norme. Solo così possiamo aiutare chi aiuta, evitando di portare altri contagi e oneri alle strutture ospedaliere.

A casa, lavorando in uno smart working che è più potente di quanto si possa immaginare (l’unico rischio è che non si stacca mai dal lavoro…) si possono riscoprire tante cose: la lettura, la musica, i giochi, e, nel mio caso, l’inseguimento della Prodiera in casa.

E magari anche quel pizzico di follia con cui si sorride. Il sorriso non guarisce ma aiuta, sempre: se non possiamo andare da Perla Nera, Perla Nera viene da noi (con la fantasia!).

BV e HOLD FAST!