Sale la ‘P’ – cinque minuti al VIA!
Quando in regata viene issata la bandiera della lettera ‘P’ del Codice Internazionale dei Segnali, vuol dire di solito, salvo diverse norme date dal Regolamento di Regata, che mancano 5 minuti al via. Se anche la regata “vera” apparentemente non è ancora iniziata, in realtà si è già in regata, con tutte le regole e le tattiche necessarie. Si scalpita, si cerca la posizione migliore dopo aver osservato il campo di regata e il vento, si cerca l’avversario che dà fastidio in classifica, cercando di farlo partire male o indurlo in penalità, oppure si cerca una partenza sorprendente anche sulla boa, se si ha le certezza che dia vantaggio prima dell’arrivo della flotta mure a dritta. Ecco ci si sente così, in questo momento, in un fremito come cavalli tra i canapi, come, appunto, nei 5 minuti al via… si trattiene il fiato, si guarda il campo, si ascolta il cuore che pulsa forte:
finalmente si torna in barca!
Mai avremmo potuto immaginare di vivere un periodo come questo. Un periodo dove per oltre due mesi siamo stati chiusi in casa, dalle valli delle montagne dolomitiche alle isole più remote, con fuori un nemico invisibile perché piccolissimo, ma pericoloso. Un microscopico virus che ci ha fatto riscoprire il senso del tempo, il valore dei gesti, quello delle passioni. Capire il valore di tante cose ricevute…
Il lockdown velico
In questi giorni di lockdown, c’è chi si è messo a cucinare diventando bravissimo, chi ha ripreso a suonare il suo strumento preferito, chi ha messo su chili come fossero una collezione di francobolli e chi invece ogni giorno ha trovato il modo di fare attività fisica, cosa che non aveva mai fatto prima! Chi si è accorto che vive bene da solo, chi invece ha sofferto la solitudine e la claustrofobia, chi si è tirato piatti con il resto della famiglia, e chi ha scoperto, noi tra quelli, che siamo CONGIUNTI.
Internet è stato di grande aiuto, con il suo potere di renderci always connected, offrendo contatti, social network, informazione, intrattenimento, apprendimento. Diciamo che sapendolo dosare, è un grandissimo strumento, soprattutto se ci sa muovere evitando fake news e odio seriale.
Certo, per chi come noi va per mare è complesso trovare surrogati. Il viaggiare è una questione mentale, dicono. Ma il vento è musica e l’onda una danza, rispondo io, e per quanto puoi immaginarli grazie a una lettura o a dei filmati, il viverli è cosa completamente diversa.
Una vela digitale
Incredibilmente, nel lockdown, l’attività legata al mondo della vela è stata comunque intensissima, creando una nuova serie di appuntamenti e di modalità prima poco praticate.
Di colpo, il mondo della vela ha scoperto la tecnologia ‘aggregativa’ offerta da tante piattaforme software. Come per lo smartworking, che obtorto collo ci ha insegnato che grazie alla tecnologia digitale è possibile per alcuni settori lavorare anche da casa, abbiamo, velisticamente parlando, scoperto che è possibile organizzare serate dedicate ad affollatissime regate virtuali che hanno impegnato velisti di tutti i livelli in sfide serratissime senza vento tra i capelli, né timoni e scotte tra le mani, ma con tastiere e mouse. Me li immagino: con i più tosti vestiti con la cerata e gli stivalil, contro i più pigri in pigiama fin dalla giornata precedente, e magari i nostri figli, bravissimi nei video giochi, “arruolati” come timonieri… Oppure serate in cui si è parlato di vela, di crociere, di normative grazie a presentazioni in streaming fatte da Circoli e Sezioni, webinar interessantissimi su tecnica, materiali, tattica di regata, racconti. Dei piacevoli momenti “in pozzetto” con decine di persone, conosciute e sconosciute, vecchi lupi di mare, ammiragli, neofiti. Un bailamme meraviglioso ma soprattutto la voglia di confrontarsi, di stare insieme e ripartire, condividenzo una unica grande passione: la vela in tutte le sue declinazioni.
Siamo riusciti a sentirci vicini nel chiacchierare come fossimo nel bar di un immenso porto virtuale più di quanto un porto reale possa permettere davvero, annullando le distanze, permettendoci di fare domande a Mauro Pelaschiar, o a Vittorio Malingri, a Roberto Ferrarese, a Davide Besana, Cristiana Monina, seguire lezioni di tattica di Tommaso Chieffi.
In questi giorni noi di Perla Nera siamo stati fortunati ospiti via web di serate piacevolissime in cui abbiamo raccontato delle nostre avventure, condividendo foto, filmati, racconti e rispondendo alle domande di tanti appassionati, svelando alcuni dei trucchi raccontati su “Sei per due, la vela possibile“. Vi ringraziamo per la grande partecipazione!
In particolare siamo “stati” a Lipari nella locale sezione della Lega Navale Italiana, che ci ha adottati come fossimo locali, e a Roma “quasi a bordo del barcone sul Tevere” sede di Granlasco Scuola d’Altura, amici con i quali condividiamo lo spirito marinaro e ribelle, contro tutte le convenzioni e i preconcetti.
E ora?
E’ arrivato il fatidico 18 maggio, di un 2020 che non dimenticheremo mai, perché il COVID-19 ha scritto amare pagine di storia, ahimé. Ieri il nostro Paese ha riaperto sul serio, seppure con tante e dovute attenzioni che vanno scrupolosamente seguite, se non vogliamo vanificare tutto. E soprattuto riparte la nautica. Sui social ho visto foto di velisti felici come bambini a bordo delle loro amate barche ridare vela e tenere tra le mani il timone, come fosse il giocattolo più amato e prezioso. Bellissimo!
Da ieri anche nella regione dove vive Perla Nera, il Lazio, è finalmente possibile uscire di nuovo in barca, anche per la nautica da diporto. Perla è ancora con l’albero abbattuto, dato che stiamo sostituendo il sartiame, passando a un rigging misto: strallo e alte in dyform da 4mm, paterazzo e basse in spiroidale 1×19, sempre da 4mm. Il dyform, a parità di diametro, ha una tenuta superiore del 20%-30%. Il lockdown ha interrotto i lavori a metà e siamo rimasti fermi per due mesi.
In questi mesi abbiamo potuto lavorare solo nel laboratorio di Perla Nera, che è in parte nel mio studio dove traccio rotte e in parte in garage, tra vernici, tarli e attrezzi. Da ieri finalmente possiamo riavvicinare il nostro guscio di noce, ripartendo subito dal rizzare l’albero e regolare il sartiame. Poi la manutenzione che avevamo previsto e che non abbiamo potuto fare ancora: impregnante al bottazzo, nuovo pannello solare da 30W e nuova batteria da 35Ah, carrelli fiocco, tavolino, bussola, elica nuova, nuovo ‘salmone’, rete in battagliola e tante altre cose, tra cui check alla girante del nostro fuoribordo Selva 4hp 4T.
‘Vediamoci’ Venerdì!
Intanto, in attesa di allestire la squadra di volontari per rizzare l’albero, ci diamo appuntamento con tutti voi, per una serata virtuale insieme in rete!
saremo ospiti dell’Assometeor, associazione della classe METEOR alla quale Perla Nera e il suo equipaggio appartengono.
Il Meteor è barca di lunga storia, i suoi armatori praticano grande attività agonistica con migliaia di barche in Italia. Non a caso è il monotipo con maggior presenza alla Barcolana da anni.
Ma il Meteor è solo barca tra le boe? Chi ci segue sa bene che non è così!
Ne parliamo Venerdì e chi manca, porterà la mascherina per altri 12 mesi!
Parola di Jack e Prodiera!
BV!